Utopia di un’università musicale.
- Casa editrice: Società Editrice di Musicologia
- Compositore: Cimagalli, Cristina
- Codice di riferimento: 35455
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- ISBN: 9788885780163
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In questo volume si ricostruisce la storia dei numerosi progetti che vennero formulati, sin dall’Unità d’Italia, per innalzare gli studi musicali al livello universitario. Un fiume di proposte in tal senso scorre lungo queste pagine, più o meno impetuosamente, tracciando un arco temporale che corrisponde quasi esattamente a quello del Regno d’Italia, dalla sua fondazione nel 1861 al suo dissolvimento con la fine della seconda guerra mondiale: proposte a volte ingenue, a volte assai avvedute; a volte sommarie, a volte dettagliatissime; a volte confusionarie, a volte estremamente lungimiranti. La romana Accademia di Santa Cecilia vi si ritaglia un ruolo da protagonista: essa è l’unica fra tanti contendenti che riuscirà a realizzare almeno una parte di questo alato sogno. Potrà sembrare strano e quasi provocatorio accostare a ciò il termine ՙutopia՚. Ma l’ipotetica equiparazione dei conservatori alle università, allora come oggi, si è sempre, ineluttabilmente, scontrata contro una nutrita serie di contraddizioni e di aporie, forse non mai risolvibili. Innanzitutto, l’insanabile conflitto tra le esigenze quasi totalizzanti dell’istruzione musicale ‒ che dovrebbe assorbire l’allievo fin da piccolo, impegnandolo in un assiduo e ineludibile esercizio giornaliero di carattere in gran parte tecnico-artigianale ‒ e la necessità di acquisire un’ampia cultura generale, senza la quale sarebbe velleitario ipotizzare un livello universitario di studi. In secondo luogo, l’inveterata riluttanza del potere politico a effettuare consistenti investimenti ‒ economici e di idee ‒ per ristrutturare radicalmente l’istruzione musicale italiana. A ciò si aggiunga il fatto che, mentre un tempo la musica era attivamente conosciuta e praticata dalle classi dominanti, oggi essa (almeno nel suo versante ՙcolto՚) è quasi del tutto scomparsa dal bagaglio culturale di coloro che sono preposti a prendere decisioni in proposito. In linea teorica, comunque, oggi si sarebbe raggiunto l’ambito traguardo: grazie alla riforma introdotta dalla legge 508 del 1999, i conservatori sono entrati nel sistema dell’Alta formazione, a fianco delle università. Ma nella Conclusione del volume si evidenziano tutte le pesanti carenze della situazione attuale, insoddisfacente da molti e gravi punti di vista. Ci si augura che la lettura di questo testo possa contribuire, oltre che all’arricchimento della conoscenza del panorama storico-musicale italiano, anche a fornire utili elementi di riflessione a chi sarà chiamato a ragionare su come si possano riformare al meglio gli studi musicali del nostro Paese. Sperando che ciò non sia un’utopia.