The Sonatas of Domenico Scarlatti

La vita di Domenico Scarlatti può essere nettamente divisa in due fasi: fino al 1729, servì importanti istituzioni ecclesiastiche e influenti aristocratici, dedicandosi a grandiose produzioni di musica sacra e profana. La sua attività di clavicembalista (e anche di cantante, per la quale era molto apprezzato) occupò il poco tempo rimasto. 

Dopo essersi trasferito in Spagna, Scarlatti si ritrovò libero da incarichi ufficiali, con l'unico obbligo di insegnare clavicembalo alla principessa ereditaria María Bárbara e al principe Fernando. Questa ritrovata libertà gli permise di esplorare la città e la campagna, assorbendo la musica, i canti e le danze locali. Fu forse in questo periodo che si verificò la miracolosa sintesi tra la sua formazione italiana e il patrimonio musicale iberico, dando vita a uno dei linguaggi musicali più originali e unici della storia.

Le Sonate sono molto più che semplici "felici fenomeni" o brani sgargianti ed eccentrici; rappresentano un universo complesso in cui tutti gli elementi si combinano in un equilibrio sorprendente e in continua evoluzione. Scarlatti non solo assorbe le caratteristiche più profonde della musica popolare – ben oltre il ritmo e la danza – ma reinventa anche il proprio linguaggio attraverso di esse. In questo, sarebbe stato eguagliato, due secoli dopo, solo da Béla Bartók.