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Opera Omnia - Vol. 1

  • Casa editrice: Ut Orpheus
  • Compositore: Fiorenza, Nicola
  • Codice di riferimento: 29352
  • :
  • ISBN: 9790215318373
159,00 €
Tasse incluse

Quantità:

Concerto in Mi bem. magg. per Violino principale, 2 Violini, Viola e Basso/ Concerto in Re min. per 2 Violini e Basso (1728)/ Concerto in La magg. per 3 Violini e Basso (1728)/ Concerto in La min. per 3 Violini e Basso (1727)/ Concerto in La min. per 3 Violini e Basso/ Sinfonia in Fa min. a 2 Violini e Basso/ Sinfonia in Sol magg. a 3 Violini e Basso/ Sinfonia fugata in Fa min. a 3 Violini e Basso/ Sinfonia in Do min. a 4 Violini e Basso/ Trio in Si min. per 2 Violini e Cembalo

Nicola Fiorenza (1700? - 1764), compositore e virtuoso violinista napoletano, visse nella prima metà del Settecento. La sua produzione musicale, i cui manoscritti sono conservati per la gran parte nella Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, si compone di 15 concerti con organici strumentali diversi, 9 sinfonie dove lo strumento principale è quasi sempre il violino che propone talvolta passi solistici densi di virtuosismi tipici, piuttosto, della forma del concerto solistico, ed alcune sonate per uno o due strumenti con basso continuo. Abile virtuoso, Fiorenza aveva assimilato sia lo stile del Barocco elegante di scuola francese, che lo stile “a terrazze”, il linguaggio improvvisativo tipico dei compositori veneziani. Conosceva benissimo la forma del Concerto Grosso di Corelli a cui univa un ricercato contrappunto, forse fin troppo presente per il gusto del suo tempo. Fiorenza sapientemente elaborò i diversi stili filtrandoli attraverso la sua sensibile predilezione verso la musica da festa partenopea e la melodia popolare, dando forma ad un linguaggio compositivo personale che non consente di considerarlo, a pieno titolo, appartenente ad una delle “Scuole” del suo tempo. Da un punto di vista formale e per la scelta dell’organico strumentale, invece, le sue composizioni non si ergono con spiccata individualità stilistica rispetto ai canoni compositivi della prima metà del XVIII secolo, anzi la produzione di Fiorenza sembra ben aderire agli schemi e alle forme compositive tipiche del periodo tardo barocco. Così come tipicamente settecentesca è anche la scelta dell’incisiva brevità delle figure tematiche, che non superano quasi mai il respiro e l’ambito di una sola o di poche battute. La scrittura solistica di Fiorenza rivela una volontà di ricerca virtuosistica, senza mai abbandonarsi, però, ad un virtuosismo spericolato e fine a se stesso, ma conservando, invece, un certo gusto galante.

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