Chant Hébraïque

Nato in una famiglia di banchieri che viveva a Firenze sin dall'espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) studiò con Pizzetti al Conservatorio della città. Divenne presto uno dei principali membri della giovane scuola italiana, che ruppe con la tirannia del bel canto per tornare alla tradizione strumentale dei maestri italiani dell'era barocca. Nel 1928, Amédée-Landély Hettich, un insegnante di canto a Parigi, chiese a Castelnuovo-Tedesco di scrivere un vocalizzo per il Répertoire moderne de Vocalises-Études, la cui pubblicazione stava supervisionando a Leduc. Il contributo di Castelnuovo-Tedesco, intitolato Vocalise-Étude for Medium Voice, divenne così popolare che fu immediatamente trascritto più volte. Il presente adattamento per violoncello e pianoforte fu creato, con il previo consenso del compositore, dal famoso violoncellista catalano Gaspar Cassadó nel 1930. L'opera si apre con un toccante lamento che addolora il tragico destino del popolo ebraico; è seguito da una danza popolare il cui movimento "vivo e ostinato" segna, con brio, un imperioso rifiuto di cedere alla rassegnazione. Il compositore adottò la stessa posizione proattiva quando nel 1939, in fuga dalle leggi antisemite di Mussolini, decise di emigrare negli Stati Uniti, una terra di rifugio a cui sarebbe rimasto fedele fino alla sua morte, circa trent'anni dopo.