De profundis

Nel campo della Nuova Musica, “De profundis” di Sofia Gubaidulina ha già raggiunto lo status di un classico. Non è solo un risultato della Nuova Musica che gli strumenti siano in grado di avvicinarsi alla voce umana nel loro suono, o che possano imitare aree di espressione trovate nel linguaggio e nell'articolazione linguistica. Ma l'avanguardia ha sicuramente ampliato lo spettro in misura considerevole. Il pezzo per bayan solo ne è un esempio impressionante. L'ascoltatore assiste a un'intensificazione lenta e inesorabile dal “tintinnio” del registro più basso della fisarmonica fino ai toni puri e teneri del registro più alto. È “un'ascesa dal più basso al più alto, dal respiro e dall'anima all'anima o alla saggezza del mondo”, come ha espresso una volta l'amico e collega di Gubaidulina Viktor Suslin. Con i mezzi del suono, Gubaidulina trasferisce un simbolo della vita sulla musica: il respiro. Il respiro distingue i vivi dai morti. Quale altro strumento, a parte i fiati, forse, potrebbe meglio esprimere questa caratteristica della fisarmonica? A differenza degli strumenti a fiato, tuttavia, la fisarmonica non è uno strumento in cui il suonatore respira e crea suoni respiratori, ma è lo strumento stesso ad assumere questa funzione. Respira attraverso l'allontanamento e la compressione del mantice. Come base della sua composizione, Gubaidulina ha scelto i versi del Salmo 130 "Dalle profondità, o Signore, ti invoco" per la caratterizzazione del suo messaggio intrecciato. Si sentono occasionalmente melodie corali ombrose, ma l'idea fondamentale dell'ascesa rimane decisiva. Inserimenti bruschi e gesti espressivi, glissandi invadenti e vibrati nervosi disturbano ripetutamente la direzione del movimento. E poi sentiamo consapevolmente il respiro integrato dello strumento, un respiro leggero, appena udibile, che si oppone ai potenti blocchi di accordi. La musicologa Valentina Cholopova una volta disse a questo proposito: "Tutti questi suoni si confrontano con accordi solenni riccamente ornati di figurazioni, ma c'è anche una lunga melodia monodica che attraversa l'intero percorso simbolico dell'opera, dalle profondità fino alle altezze brillanti". L'opera è dedicata a Friedrich Lips!